From Yesterday
Si,
riapro il Blog, non che l’abbia mai chiuso in realtà, ma sapete, ho i miei
ritmi nello scriverci sopra, quindi, mi sembrava doveroso, dopo quasi un anno,
metter su una specie di annuncio.
Comunque
sia, nessuna lettura mostruosa questa volta, nulla di tremendo o blasfemo,
piuttosto, una semplice constatazione.
Un parallelo
se volete.
Il Fantasy
sta morendo.
Esistono
problemi più gravi, tipo la salute, l’IMU, la scuola, gli esami, la crisi, le
elezioni, in fin dei conti cosa cazzo può fregarcene del fantasy se non
riusciamo a pagare l’affitto?
Un cazzo
di nulla direi.
Ebbene,
però, nonostante tutti questi problemi, variegati e piuttosto allucinanti, mi
sono ritrovato ugualmente a fare un parallelo.
A tirare
fuori una sorta di constatazione.
Ora,
vi avviso, questo è il tono del pezzo che state leggendo, se non ve ne frega
una mazza lasciate perdere adesso, non sia mai che voglia annoiarvi.
Alla
faccia dei Maya siamo nel duemila tredici, e lo scrivo anche in numero, 2013,
ciò significa molte cose, ma, una fra tutte, che sono trascorsi dodici anni
dall’uscita nelle sale della Compagnia dell’Anello.
Successivamente
avvenne l’esplosione del Fantasy, inutile negarlo, quei tre film hanno aperto
la via al fantasy, hanno portato a ristampe di autori precedenti ed al sorgere,
come funghi in un bosco basso piemontese, di autori-bambini, pseudo autori e,
in generale, di decine e centinaia forse di porcate letterarie.
Che mi
sia mai lamentato?
Si, perché
molte di quelle … di quelle cose erano un insulti al buon senso, alla logica,
al lettore, insomma, fate voi, ma un insulto a qualcosa lo erano.
Eppure
uno scopo, seppur lato, l’avevano pure loro. Facevano numero, e facevano nome. Pubblicità
al genere, erano orribili, e quindi quella che davano era pessima pubblicità,
ma sempre di pubblicità si trattava.
Si percepiva
una sorta di … voglia.
Voglia
di scrivere fantasy, o semplice esigenza di mercato che fosse, ma il risultato
non cambiava, il fantasy si allargava, peggiorava, però continuava ad
allargarsi.
Era,
vivo.
Si, “Vivo”
è la parola più adatta, vivo come poteva esserlo un viscido lumacone bavoso, ma
vivo comunque restava, ed ora?
Vedete,
nelle sale è uscito Lo Hobbit, a breve dovrebbe andare in onda la terza
stagione del Trono di Spade, con più soldi spesi rispetto alle precedenti, e
Martin impazza nel suo essere uno scrittore pingue e americano con il gusto per
i finali che ti portano a maledirlo sino alla pubblicazione del libro
successivo.
Eppure?
Eppure,
se, per un blasfemo caso della vita, doveste mai farvi un giro in libreria,
vedete, non troverete quello che avreste trovato dodici anni fa, niente fantasy
dai nomi improbabili, niente eroine semi-nude e dark, niente draghi presi a
catapultate, niente tacchini blu di venti tonnellate che vi guardano con gli
occhi languidi, niente autori trash che pubblicano orrori, niente dodicenni che
parlano di elfe-streghe, elfi alti due metri e mezzo e novelli eroi che più
sono perfetti meglio è ma che-il-mondo-non-li-capisce-ma-che-alla-fine-tutti-li-amano.
Non si vede l’ennesima copia del Signore degli Anelli, non troviamo più l’ennesima
copia di Gandalf, né l’ennesima copia di Aragon come eroe.
Persino
i fantasy senza-magia-da-bastradi-dentro alla Martin stentano, non se ne
vedono, non dico che si debba inserirsi sul filone, ma, solitamente, nel
fantasy si salta sul carro del vincitore, vanno di moda i cavalieri dei draghi?
Tutti a scrivere di cavalieri dei draghi, vanno di moda i protagonisti dannati?
Tutti a scrivere di protagonisti dannati, vanno di moda i fantasy
senza-magia-da-bastradi-dentro? Tutti a scrivere fantasy
senza-magia-da-bastradi-dentro.
Eppure
questa volta non sembra andare così, e non perché Martin sia un maestro
irraggiungibile così abile da temerne il confronto. A scrivere orrori senza
remore pseudo-copiati sono capaci tutti, indipendentemente dal capostipite del
filone da copiare.
No,
quello che noto è la stanchezza, almeno in ambito italiano.
Che il
fantasy abbia stufato?
Probabilmente.
Le hanno
provate tutte, gli eroi puri, gli eroi dannati, i cattivi che poi sono buoni, i
cattivi umanizzati, persino i personaggi sfumati, tutti grigi e nessuno bianco
o nero.
Abbiamo
visto protagonisti emo, protagonisti decapitati, protagonisti vittoriosi,
protagonisti sconfitti, cattivi sociopatici, cattivi folli, cattivi più
qualificati a regnare degli eroi di saga, cattivi bambini, eroine di vario
genere e spade sempre più tamarre.
Protagonista emo
Siamo
passati alla critica sociale, alla critica al comunismo, all’esaltazione del
capitalismo (si, nelle saghe fantasy, le ho lette tutte, fidatevi e magari
andate a controllare, dove? Fate voi) al buonismo sconfinato sino al cinismo
nero.
E poi?
E poi
abbiamo avuto a che fare con eroi che raggiungevano gli ultimi livelli del
tamarro (si, parlo di te Geralt di Riva).
Geralt di Riva
E oltre?
Oltre?
Il nulla, ora, nonostante (in teoria) ci sia la dovuta copertura mediatica per
un rilancio del genere, il rilancio non lo vedo, che cosa possa significare?
Questo
lo lascio decidere a voi, nel frattempo vi metto al corrente della mi opinione,
personalissima, si intende, il Fantasy, sta morendo, o meglio, si sta
lentamente spegnendo, strillando come un maiale sgozzato qua e la magari.
Dal canto
mio cosa penso di fare a parte preoccuparmi di problemi d’importanza maggiore? Scrivere
su questo blog e magari scrivere per i fatti miei, come ho sempre fatto, e non,
non sono uno scrittore frustrato, al massimo uno studente frustrato!