domenica 3 febbraio 2013

From Yesterday


Si, riapro il Blog, non che l’abbia mai chiuso in realtà, ma sapete, ho i miei ritmi nello scriverci sopra, quindi, mi sembrava doveroso, dopo quasi un anno, metter su una specie di annuncio.
Comunque sia, nessuna lettura mostruosa questa volta, nulla di tremendo o blasfemo, piuttosto, una semplice constatazione.
Un parallelo se volete.
Il Fantasy sta morendo.
Esistono problemi più gravi, tipo la salute, l’IMU, la scuola, gli esami, la crisi, le elezioni, in fin dei conti cosa cazzo può fregarcene del fantasy se non riusciamo a pagare l’affitto?
Un cazzo di nulla direi.
Ebbene, però, nonostante tutti questi problemi, variegati e piuttosto allucinanti, mi sono ritrovato ugualmente a fare un parallelo.
A tirare fuori una sorta di constatazione.
Ora, vi avviso, questo è il tono del pezzo che state leggendo, se non ve ne frega una mazza lasciate perdere adesso, non sia mai che voglia annoiarvi.
Alla faccia dei Maya siamo nel duemila tredici, e lo scrivo anche in numero, 2013, ciò significa molte cose, ma, una fra tutte, che sono trascorsi dodici anni dall’uscita nelle sale della Compagnia dell’Anello.
Successivamente avvenne l’esplosione del Fantasy, inutile negarlo, quei tre film hanno aperto la via al fantasy, hanno portato a ristampe di autori precedenti ed al sorgere, come funghi in un bosco basso piemontese, di autori-bambini, pseudo autori e, in generale, di decine e centinaia forse di porcate letterarie.
Che mi sia mai lamentato?
Si, perché molte di quelle … di quelle cose erano un insulti al buon senso, alla logica, al lettore, insomma, fate voi, ma un insulto a qualcosa lo erano.
Eppure uno scopo, seppur lato, l’avevano pure loro. Facevano numero, e facevano nome. Pubblicità al genere, erano orribili, e quindi quella che davano era pessima pubblicità, ma sempre di pubblicità si trattava.
Si percepiva una sorta di … voglia.


No, non questo genere di voglia...


Voglia di scrivere fantasy, o semplice esigenza di mercato che fosse, ma il risultato non cambiava, il fantasy si allargava, peggiorava, però continuava ad allargarsi.
Era, vivo.
Si, “Vivo” è la parola più adatta, vivo come poteva esserlo un viscido lumacone bavoso, ma vivo comunque restava, ed ora?
Vedete, nelle sale è uscito Lo Hobbit, a breve dovrebbe andare in onda la terza stagione del Trono di Spade, con più soldi spesi rispetto alle precedenti, e Martin impazza nel suo essere uno scrittore pingue e americano con il gusto per i finali che ti portano a maledirlo sino alla pubblicazione del libro successivo.
Eppure?
Eppure, se, per un blasfemo caso della vita, doveste mai farvi un giro in libreria, vedete, non troverete quello che avreste trovato dodici anni fa, niente fantasy dai nomi improbabili, niente eroine semi-nude e dark, niente draghi presi a catapultate, niente tacchini blu di venti tonnellate che vi guardano con gli occhi languidi, niente autori trash che pubblicano orrori, niente dodicenni che parlano di elfe-streghe, elfi alti due metri e mezzo e novelli eroi che più sono perfetti meglio è ma che-il-mondo-non-li-capisce-ma-che-alla-fine-tutti-li-amano. Non si vede l’ennesima copia del Signore degli Anelli, non troviamo più l’ennesima copia di Gandalf, né l’ennesima copia di Aragon come eroe.
Persino i fantasy senza-magia-da-bastradi-dentro alla Martin stentano, non se ne vedono, non dico che si debba inserirsi sul filone, ma, solitamente, nel fantasy si salta sul carro del vincitore, vanno di moda i cavalieri dei draghi? Tutti a scrivere di cavalieri dei draghi, vanno di moda i protagonisti dannati? Tutti a scrivere di protagonisti dannati, vanno di moda i fantasy senza-magia-da-bastradi-dentro? Tutti a scrivere fantasy senza-magia-da-bastradi-dentro.
Eppure questa volta non sembra andare così, e non perché Martin sia un maestro irraggiungibile così abile da temerne il confronto. A scrivere orrori senza remore pseudo-copiati sono capaci tutti, indipendentemente dal capostipite del filone da copiare.
No, quello che noto è la stanchezza, almeno in ambito italiano.
Che il fantasy abbia stufato?
Probabilmente.
Le hanno provate tutte, gli eroi puri, gli eroi dannati, i cattivi che poi sono buoni, i cattivi umanizzati, persino i personaggi sfumati, tutti grigi e nessuno bianco o nero.
Abbiamo visto protagonisti emo, protagonisti decapitati, protagonisti vittoriosi, protagonisti sconfitti, cattivi sociopatici, cattivi folli, cattivi più qualificati a regnare degli eroi di saga, cattivi bambini, eroine di vario genere e spade sempre più tamarre.


Protagonista emo

Siamo passati alla critica sociale, alla critica al comunismo, all’esaltazione del capitalismo (si, nelle saghe fantasy, le ho lette tutte, fidatevi e magari andate a controllare, dove? Fate voi) al buonismo sconfinato sino al cinismo nero.
E poi?
E poi abbiamo avuto a che fare con eroi che raggiungevano gli ultimi livelli del tamarro (si, parlo di te Geralt di Riva).


Geralt di Riva

E oltre?
Oltre? Il nulla, ora, nonostante (in teoria) ci sia la dovuta copertura mediatica per un rilancio del genere, il rilancio non lo vedo, che cosa possa significare?
Questo lo lascio decidere a voi, nel frattempo vi metto al corrente della mi opinione, personalissima, si intende, il Fantasy, sta morendo, o meglio, si sta lentamente spegnendo, strillando come un maiale sgozzato qua e la magari.
Dal canto mio cosa penso di fare a parte preoccuparmi di problemi d’importanza maggiore? Scrivere su questo blog e magari scrivere per i fatti miei, come ho sempre fatto, e non, non sono uno scrittore frustrato, al massimo uno studente frustrato!