sabato 14 aprile 2012

Stereotipi, perché? (post da non prendere seriamente)

La risposta a questa domanda è “perché sono fottutamente comodi”. 

Prima di procedere oltre mi diletterò in una premessa del cazzo, cioè, questo è uno sfogo, non vuole essere nulla di più e nulla di meno, la verità non è una sola e puttanate vari al seguito. Detto questo tenterò in tutti modi di sostenere la mia teoria.

Ora, cominciamo con le cose serie, dunque, gli stereotipi, questo è l’argomento, o meglio, perché vengono utilizzati? Bene, ho già risposto, perché sono comodi. Ed ora avvalorerò la mia ipotesi con uno sproloquio di farvi sanguinare le orecchie, tenterò di non trasformarlo in un superpippone da mago-guida-stereotipo e di renderlo assai volgare e possibilmente tremendo. 

Gli stereotipi sono odiati dai più, sono noiosi, sono sempre o quasi uguali a se stessi, ciò li rende prevedibili e, chiaramente, sanno di già visto. Ciò non fa che peggiorare la narrazione e contribuisce a formare il tremendo fenomeno del “ho scoperto come va a finire” ora, capisco che si possa intuire il finale, ma intuirlo in ogni sottotrama dopo aver letto venti pagine del primo volume di una decalogia, lo trovo francamente snervante.

Quindi i suddetti fottuti stereotipi vengono osteggiati e cacciati dai critici tutti con la stessa efferatezza che un perfetto eroe fantasy dimostra nel cacciare luridi orchi (o chi prende il loro posto).

Spada con tante punte, forgiata per autoferirsi? c'è, corazza priva di senso ma fika? c'è, mantello svolazzante ed ingombrante? presente, alcuni punti vitali esposti? ci sono, elmo che oscura completamente la vista? c'è anche quello! perfetto! Il nostro eroe fantasy stereotipato è pronto per un avventura qualsiasi!

Parlando di esclusivamente di modelli preconfezionati di personaggi e oggetti, perché, e ribadisco perché si continua ad usarli visto che fanno schifo a tutti?

1 Fanno schifo all’autore perché gli imbruttiscono il cazzo di libro;
2 Fanno schifo ai lettori perché si ritrovano a leggere di personaggi sempre simili e con, per forza di cose, storie simili;
3 Fanno schifo agli editori perché facendo schifo ai lettori le vendite dovrebbero diminuire.

Allora perché? Perché porca troia? Bene, la risposta, ed è la terza volta che la do, è perché sono comodi. Nella storia dell’umanità sono andati avanti solamente gli oggetti più comodi, l’evoluzione degli stessi non era altro che una ricerca di comodità. Per esempio una caverna è comoda perché ti ripara dalla pioggia, ma una capanna è più comoda perché, oltre a ripararti dalla pioggia come la caverna magari non è abitata da un orso di cinque metri che cerca di mangiarti, ed una casa è ancora più comoda perché è più solida e ti protegge meglio, per non parlare di una casa in pietra e via dicendo. Per le armi è lo stesso, è comodo avere un coltello di selce per difendersi dal barbaro che cerca di stuprare te e tutti i tuoi congiunti, ma è più comodo averlo di rame, e lo è ancora di più averlo di bronzo e via dicendo. In cose più vicine a noi, è comodo il telefono, ma è più comodo il cellulare e lo è ancora di più il telefono satellitare. Quindi, cosa va avanti? Gli oggetti comodi.

Nella stessa misura gli stereotipi sono fottutamente (fottutamente) comodi.
Anche ai lemuri piacciono le comodità

1 Comodi per l’autore:

Sono comodi per l’autore perché evita di doversi inventare dei personaggi di sana pianta e anche perché quei particolari personaggi vanno benissimo nella narrazione, essendo il risultato di un’opera collettiva di smussamento e perfezionamento, sono praticamente perfetti, incarnano tutto il necessario, nelle proporzioni giuste e senza strafare, di seguito ne tratteggio un elenco perché, oramai lo sapete, sono un maniaco: 
1 Il mentore è vecchio ed ha la barba lunga perché da idea di saggezza, se ha un bastone e fuma la pipa è ancora meglio perché da l’idea di uno misterioso, che ha visto molte cose, tipo uomo vissuto.

2 Le spalle varie devono eccellere ognuna in un arma particolare, arma che deve richiamare la loro corporatura (così non si fa fatica ad associare un arma ad un personaggio) , e possibilmente devono incarnare i tipi umani principali, così abbiamo il guerriero veterano, un po’ in ombra, temprato da mille battaglie e scontri, il principe elfico con l’inseparabile arco, agile, veloce, con la super vista e fichetto, ed il nano, con l’ascia burbero e che beve birra e rutta, piuttosto rozzo. Se non si chiamano nano elfo e guerriero hanno altri nomi, ma la sostanza non cambia.

3 Il cattivo, perché senza un cattivo cosa esistono a fare eroe e compagni? Deve essere cattivo, ma possibilmente essere scemo, o meglio geniale ma con qualche faglia nel suo piano che non ha previsto perché è cattivo o cose simili.

4 Poi, bè, poi abbiamo lui, er mejo, lui, l’eroe. L’eroe è la summa ultima degli stereotipi perché, mentre gli altri li si può dipingere dall’esterno con due tratti del cazzo che fanno pure folcloristico (uno rutta, l’altro passeggia leggiadro, il terzo canta della sua principessa lontana e semiperduta) e danno l’dea di profondità alle loro vicende, l’eroe va visto dall’interno. Questo, signori miei, è un grosso problema. Infatti ci sono delle leggi che lo manovrano, le “insindacabili e divine leggi dell’eroe perfetto” che, per i novizi del genere le elencherò di seguito:

1 politicamente corretto: l’eroe deve essere politicamente corretto, quindi non essere cattivo, spesso deve farsi un sacco di seghe mentali su cose che non lo dovrebbero minimamente toccare come la giustizia, la pace, la felicità degli altri, il bene supremo ecc e deve sempre essere pronto al sacrificio;
2 partire: deve poter partire senza problemi da casa sua in qualunque momento e condizione;
3 odiare: deve odiare il cattivo di turno;
4 imparare: deve avere tutto da imparare su tutto;
5 mondo sconosciuto: non deve conoscere il mondo in cui abita;
6 vittoria: deve sconfiggere il cattivo;
7 ammmmmmorhhhhhhhhe impossibile: deve avere una pseudo storia d’amore che però deve restare nel dramma sino alla fine del libro;
8 immedesimazione: deve permetter a cani e porci di immedesimarsi in lui.
9 arma: deve avere un arma fikkkkkkkkkkkkisssssima!
10 Anno: un anno è la quantità ideale di tempo per l’arco narrato;
11 viaggio: il viaggio è obbligatorio, non importa se fisico, mentale o altro, deve esserci;
12 spalle/compagni: è necessario che l’eroe abbia spalle/compagni;
13 nemici in crescendo: sono necessari nemici via via più forti;

             Ammirate le “insindacabili e divine leggi dell’eroe perfetto”!!!

Ora, come vedete ci sono abbastanza punti ed alcuni sembrano contraddittori (ed infatti lo sono) come il 4 e 5 con il 6, ma sono tutti necessari, anche per motivi futili, motivi che catalogherò in un comodo elenco, ad ogni motivazione corrisponde il numero delle “insindacabili e divine leggi dell’eroe perfetto” :
1 la correttezza politica è necessaria per ridurre al minimo le possibili critiche al libro;
2 se non potesse partire in qualsiasi momento come potrebbe iniziare il libro?
3 deve odiare il cattivo altrimenti non avrebbe motivo di tentare di ucciderlo/sconfiggerlo;
4 deve imparare tutto altrimenti il libro sarebbe troppo corto per essere un libro, diciamo che è un allungo del brodo codificato, inoltre serve come scusa per l’autore per mostrare il mondo che ha creato al lettore;
5 non deve conoscere il mondo in cui abita altrimenti lo scrittore non avrebbe il pretesto per descriverlo attraverso i discorsi del mentore;
6 deve sconfiggere il cattivo perché il finale felice piace a tutti;
7 deve avere una storia d’ammmmooooorrrrhhhhhhhhheeeee impossibile, serve a trascinare la narrazione e consente facili allunghi del brodo in pippe mentali del nostro eroe. Senza contare l’immedesimazione nei drammi amorosi che accalappia sempre una nutrita fetta di pubblico;
8 se i lettori non si immedesimano il libro piace meno;
9 l’arma fikkkkkkkkkkkkisssssssimmmaaaa, possibilmente una spada, deve avere tante punte e dare idea di fikezza assoluta in quanto molti dei lettori sono dei perfetti sfigati/e e l’arma fikkkkka aumenta la loro autostima (quasi nulla, per cui basta poco) durante il periodo di immedesimazione rendendo piacevole la lettura ed allontanando eventuali critiche.
10 Per evitare un quantitativo di pagine eccessivamente alto o uno sforzo di inventiva per lo scrittore troppo pesante la narrazione non deve superare un anno di arco temporale effettivamente narrato.
11 il viaggio è facile da descrivere e permette di far proseguire la narrazione variandola un po’, inoltre fa da sinonimo della maturazione del personaggio e della crescita dello stesso.
12 i compari/spalle servono a dare colore alla vicenda ed ad incarnare gli amici del lettore.
13 deve necessariamente affrontare nemici via via più forti in modo da mantenere un certo livello ascendente nel libro e da potenziarsi in vista della battaglia finale.

Tutto in veste dell’utilità come vedete ed, in definitiva, della comodità. Sorge però uno scabroso problema, è complicato avere un personaggio con caratteristiche così diverse, dovrebbe avere seri problemi d’intelletto per non avere una minima idea di come sia fatto il mondo che lo circonda, ma deve essere un genio per imparare il tutto in un anno aggiungendovi anche una discreta quantità di conoscenze magiche e di pseudo-lotta, il tutto viaggiando e trovare anche il tempo per innamorarsi di una amore impossibile, procurarsi una spada ultra pacchiana e, alla fine del tutto, sconfiggere il cattivo (magari con la “K”).

Skeletor, nemico di He-Man, un vero Kattivo con la "K"!!!

Può sembrare una cazzata ma il problema è serio e sussiste.
Bene, che fare allora? Molto semplice signori miei, ci sono voluti decenni di fantasy e secoli di miti, ma l’eroe perfetto è stato creato, e così tutti ne approfittano, non per un intrinseco desiderio di plagio, ma per mera necessità.

Abbiamo dunque un ragazzo orfano (punto 2) i cui genitori/parenti/amici/villaggio è stato sterminato dal cattivo di turno (punto 3), possibilmente figlio di un fabbro (punto 9) molto giovane (punto 4) e che viveva in culo ai lupi ma così tanto da essere all’oscuro del mondo (punto 5) che incontra il mentore che gli insegnerà tutto ed ancora un po’ su tutto ed ancora un po’ (punti 4 e 5) ed inizia così un viaggio (punto 11) che non durerà più di un anno (punto 10) nel quale incontrerà un amore impossibile, come una principessa, (punto 7) ed una serie di compagni vari (punto 12), sconfiggendo nemici gradualmente più forti (punto 13) il tutto facendosi pippe mentale varie sul bene (punto 1) ed infine sconfiggendo il cattivo (punto 6).

Sfido io a trovare qualcosa di nuovo attenendosi alle “insindacabili e divine leggi dell’eroe perfetto”.

Esistono alcune varianti le quali comunque non intaccano la sostanza, e, dato che sono un feticista degli elenchi, le piazzerò di seguito:

1) l’eroe dannato, l’eroe è problematico e dannato, perché? Non vi è una vera risposta, diciamo che lo è e basta, serve ad aumentare il suo grado di fichezza ed a renderlo adatto ai gusti dei lettori con più anni o semplicemente più dark.



Solomon Kane, è ombroso? si, ha un carattere del cazzo? si, ammazza la gente? si
ma ha anche un cuore d'oro vero? certo! perfetto, promosso "Eroe Fantasy Dark!"

2 la principessa da salvare dal cattivo, è un espediente sempreverde, ottimo sia in sostituzione che in aggiunta ai genitori/ amici/parenti/villaggio distrutto per giustificare l’odio nei confronti del cattivo di turno, rendere l’eroe ancora più eroe e dare una botta di altruismo alla lotta al male che non fa mai male alla correttezza politica.

3 l’eroe può diventare un eroina, la sostanza non cambia, da mutare è la descrizione del nostro/a protagonista e il sesso del suo ammmorrrrhhhhhe impossibile, se si vuole dare profondità al personaggio e operare una fine caratterizzazione è sufficiente farla piangere spesso (ogni 30 pagine è considerata la quantità perfetta). Naturalmente è obbligatorio ridurre l'armatura ad un bikini di ghisa e acciaio.
Perfetto esempio di "Eroina" notate che l'unica differenza sostanziale dall'eroe
la si riscontra nell'armatura (bikini di ghisa ed acciaio)

2 comodo per il lettore:

Gli stereotipi sono fottutamente comodi per il lettore, intendiamoci, almeno quanto lo sono per lo scrittore. Siamo tutti affetti dalla “sindrome di soap-opera” malattia gravissime che porta ad apprezzare i seguiti infiniti gli intrecci negli intrecci i personaggi sempre simili e le trame ripetute. Le apprezziamo così tanto che se le ritroviamo in autori diversi ci sembra di non aver mai abbandonato il nostro solito ambito, sanno di focolare, di comodo e danno sicurezza. Non richiedono grossi sforzi d’immaginazione, non presentano sorprese spiacevoli, certo, non ti faranno sobbalzare sulla sedia per lo stupore, ma magari ti ricordano le emozioni che avevi provato leggendo un dato libro anni prima, e, solo per questo, piacciono.

È necessario mettere una piccola postilla ora, il Fantasy è più un genere d’ambientazione, o un genere con dati personaggi che un genere vero e proprio con caratteristiche precise. Ora, non fate il tiro al bersaglio con le mie chiappe per questa blasfema affermazione, perché, se ci riflettete, è così. Nel giallo abbiamo un mistero, un omicidio, un investigatore, insomma, elementi che chiaramente lo delineano, nel romanzo d’avventura abbiamo un’avventura, magari un esploratore/naufrago,e via dicendo, ma, provate a fare lo stesso discorso per il fantasy, cosa otterrete? Otterrete un beneamato cazzo! Ecco cosa otterrete! Perché il fantasy non è un genere vero e proprio, ma un ambientazione, quindi, se prendete un giallo e inserite magia, magari un mondo inventato e qualche elfo, quello è innegabilmente fantasy, ma resta comunque un giallo. Idem per quasi tutti i generi. Questo è sconcertante, può provocare enormi cazzate librarie e determinare nel lettore momenti di incertezza e spaesamento. Quindi, meglio rannicchiarsi in qualcosa che permette di esprimere il Fantasy senza troppi rischi, il comprovato romanzo di formazione/crescita miscelato sapientemente con un po’ d’azione ed un po’ di storia d’amore, possibilmente con momenti d’amicizia e tanto buonismo per non scontentare nessuno.
Saltiamo dalla gioia!

3 Comodi per gli editori:

Naturalmente, se va bene ai lettori va altrettanto bene agli editori, tanti soldi e tanta pubblicità. Va considerato che la mentalità imprenditoriale del rischio non è propriamente diffusa quindi un editore preferisce puntare su un libro che è certo di vendere, magari non moltissimo, ma almeno dalle venti alle quarantamila copie le riesce a fare, piuttosto che su un libro di pura scommessa, che potrebbe venderne centomila di copie, ma magari pure nessuna. L’incertezza e la difficoltà di programmazione delle spese sul medio termine sono una gran brutta bestia per un’azienda molto meglio avere una certa approssimazione delle vendite del trimestre e poter pianificare le stampe con tutta calma. Quindi, largo al trito ma sicuro! Anche qui posso così ribadire: E’ COMODO PER GLI EDITORI!!!

Conclusione:

in conclusione ho esposto i motivi della mia ipotesi, personalmente li trovo piuttosto validi, ma potrebbero fare schifo al cazzo e la cosa non mi disturberebbe minimamente. Da questo credo però si capisce bene il perché non pretendo una grande innovazione, tutti devono mangiare e non posso aspettarmi che un crociato dell’editoria pubblichi romanzi magari bellissimi ma che venderebbero trenta copie. Per il sottoscritto l’innovazione c’è anche se è superficiale o di contorno, basta una razza nuova ma costruita come si deve, basta un artefatto magico un po’ diverso, basta anche (aia! Aia!!! Sento già le pietre che mi colpiscono a sassaiola!!!) un colore di capelli differente dai soliti e basta anche (ammesso di non fare una putrida mascherata) invertire le parti o cambiare il punto di vista della classicissima terza persona limitata, come basterebbe pure creare un cattivo che abbia delle motivazioni semi-nuove o che non se ne stia in una torre, insomma, basta, per me almeno, davvero poco avere innovazione. Gradualmente qualcosa di nuovo si produrrà, attraverso passaggi graduali e via dicendo.

Qualcuno potrebbe chiedersi se mi sono rassegnato, ebbene, anche a questa domanda c’è una risposta, No! Col cazzo che mi rassegno! 
Nihal, non proprio il massimo dell'innovazione ... 
Almeno di eroine dai capelli blu non se ne trovano spesso ... 

giovedì 12 aprile 2012

Pseudo-Recensione "Il Principe dei Fulmini" di Mark Lawrence



Autore: Mark Lawrence
Titolo: Il Principe dei Fulmini
Prezzo: € 9.90
Editore: Vertigo

Salve a tutti e ben trovati, rieccomi con una dilapidante pseudo-recensione (che poi è meno recensione delle altre in quanto non solo è un arraffazzonato ammasso di parole incollate con lo sputo ma anche un arraffazzonato ammasso di parole non completo) questa volta infatti ho scovato un libro (e grazie al cazzo mi direte, l’hanno scovato i migliaia il tuo minchia di libro) che vale la pena di essere letto, e la vale per alcuno motivi:

1) si legge in un pomeriggio, quindi se si desidera uno spuntino librario è ottimo;
2) è scorrevole e non annoia;
3) la trama (per quanto non un caposaldo dell’innovazione) è ben gestita.

Quindi non farò troppe anticipazioni di trama, anche perché posso dire tutto quello che voglio senza anticipare (non troppo almeno). Ma ora bando ad inutili ciance e veniamo a noi, vi presento un essere quasi umano noto con il nome di “principe dei fulmini!” (almeno in Italia).

Punto 1 Il titolo:

Il titolo originario dell’opera era “prince of thorns” che tradotto dovrebbe essere “il principe delle spine o il principe di spine”. Ora, tale titolo ha un suo senso all’interno dell’opera, sia per gli eventi narrati che perché il nostro protagonista viene chiamato in quel modo in alcune occasioni, allora, fottutissimo cazzo, perché!?, PERCHE’? perché chiamarlo “il principe dei fulmini”? per quale fottuto motivo? Perché il fulmine è più gnokkkkooooooooo delle spine? Perché vende di più? Ma andate a fare in culo!

Fanculo!!!

Punto 2 il mondo:

Di seguito inserirò una mia personale interpretazione del mondo del libro, o meglio descriverò quello che è presentato e ne darò le mie conclusioni, naturalmente leggendolo vi toglierete un bel po’ del gusto di lettura in quanto si rivelano meno imprevedibili espedienti e situazioni della narrazione.

Quindi, se doveste leggere il punto 2, bè, cazzi vostri, io vi ho avvisato.

Il mondo, almeno quello disegnato nella cartina, assomiglia alla Francia del nord, similare alla Normandia e regioni limitrofe, in esso almeno un centinaio di nobilotti e signorotti locali che si fanno chiamare re lottano fra loro in un perenne conflitto detto “guerra dei cento” che dovrebbe prima o poi portare una casata alla vittoria finale e quindi al potere su tutti i cento regni, quindi far sorgere un imperatore.

Bene questo è ciò che si dice in soldoni nell’opera, ma ora veniamo a noi, o meglio veniamo a ciò che ho intuito, siamo nel futuro, dopo la terza guerra mondiale che ha annientato la civiltà come la conosciamo e rigettato il mondo in un medioevo post atomico senza pistole ma con tante spade, i nobilotti sono arroccati in fortezze di cemento armato costruite in previsione dell’attacco atomico e sopravvissute allo stesso, i mostriciattoli che si trovano in giro, così come i negromanti sono un sottoprodotto dell’esposizione ad armi chimiche e nucleari ed il castello imprendibile viene abbattuto da una bomba atomica custodita in un deposito d’armi non svuotato e sorvegliato da un computer senziente.

Post apocalisse con le spade!!!

Punto 3 il metodo di scrittura:

Il libro è scritto in prima persona, in pratica è come se il protagonista stesse scrivendo la sua storia dopo averla vissuta. Partiamo da un presupposto, mi fa cagare il cazzo un simile metodo di narrazione. Si, perché, signori miei, ma che cazzo volete che capiti al nostro protagonista se ci sta raccontando lui la storia? È semplice logica, ma è così. Altra nota dolente del metodo è che di solito (di solito) non consente grandi descrizioni con il brutto risultato che molti particolari sono abbozzati e non descritti. Un compare del protagonista ad esempio, si dice che è alto, pieno di muscoli, e con la risata raschiante, magari che ha qualche cicatrice. E poi? Che è cattivo brutale e scemo, e poi? Potrebbe andare (e dico potrebbe perché a mio parere è poco descritto) per un secondino di guardia ad una porta, ma non per un personaggio che ci portiamo dietro per trecento pagine

Cosa vedo!? è forse un eroe che scrive le sue memorie?
Tremo al sol pensiero di cosa potrà accadergli di male durante le sue avventure già vissute!!!
Di certo morirà ...

Sempre da imputarsi ad un simile metodo di scrittura è non capire come minchia sia fatto il protagonista per un numero troppo lungo di pagine.

Intendiamoci, parere mio, ma ho avuto, leggendo, la sensazione di vagare in un mondo poco definito, non basta dire che un personaggio è brutale e raccontare due aneddoti su di lui per renderlo brutale, bisogna mostrare la sua brutalità, fargli compiere quelle azioni brutali che si racconta che abbia compiuto. Di azioni brutali se ne vedono anche troppe nel libro, non sono quelle a mancare, è che a compierle è principalmente il protagonista.

Stessa cosa dicasi per le fortezze, i villaggi, i paesi, le città, non basta dire, “Paese” e voilà il paese è bello e pronto nella mente del lettore, un minimo di descrizione sarebbe gradita ogni tanto. Le descrizioni però cozzano con la tipologia di narrazione (in prima persona) e quindi? Non lo so, io non la utilizzerei per un libro fantasy in cui la descrizione serve e molto, meglio per qualcosa di ambientato nel mondo “Reale”, ma anche qui, è un mio parere, e libri come “hunger games” ed “il principe dei fulmini” che hanno venduto milioni di copie mi mandano a fare in culo in mezzo peto-secondo.

Paese!!! no, non funziona, il risultato è ... nebbioso ... magari se dico com'è questo fottuto paese ...

Punto 4 i Personaggi:

Personaggi, si incontra un numero medio di personaggi nell’arco narrativo, ma alla fine quelli utili sono Makin, il Nubano, Rike, Burlow il grasso, Padre Gomst, Kent il rosso, tutore Lundist, conte Renar, Sageous, Katherine, Gorgoth, Corion, Re Olidan, Principe Honorius Jorg Ancrath. Contate che questi, a parte le comparse, sono praticamente tutti:

Makin: è ( anticipazioni di trama) l’ex capo delle guardie di re Olidan, per tutto il libro segue Jorg ovunque egli vada e combattendo con lui, a volte anche contro di lui, insomma, principalmente combatte.

Il Nubano: lui è nero ed ha i denti bianchi, è il mio personaggio preferito e, bè, uno dei pochi che fa qualcosa che può fare solo lui, ma probabilmente ve lo ricorderete perché è nero ed ha i denti bianchi.

Il Nubano!!! Cazzo no! Mi sono sbagliato, è lo stregatto di Alice ...

Rike: lui è grosso, brutale, ed ama razziare cadaveri, non fa altro che essere rozzo, brutale, razziare cadaveri e ridere in modo strano.

Burlow il grasso: è grasso e uccide.

Padre Gomst: un prete incapace il cui scopo è essere venduto.

Kent il rosso: detto il rosso perché una volta ha sbudellato sei persone coprendosene del sangue. Uccide, stupra e brucia.

Tutore Lundist: un giapponese che sa le arti marziali e Platone, insegna al giovane Jorg (a circa sei sette anni) tutto quello che si può pensare di insegnare e ne riceve in cambio (anticipazione di trama) una condanna a morte.

Conte Renar: è un nobile che uccise il fratello e la madre di Jorg (allerta, anticipazioni!) ed è anche il fratello di suo padre, che bella famiglia.

Sageous: stregone al soldo di re Olidan, anche se più probabilmente lo controlla, è un tizio con gli occhi marroni da mucca (parole dello scrittore, non mie) che ti blocca con un gesto e ti fa venir sonno, di più non si sa.





Una Mucca!!! Aiutatemi! ha lo stesso sguardo di Sageous!!! Sono già avvinto dal suo potere terribile!!!
Ma come cazzo si fa!

Katherine: l’unica donna del libro in pratica, (anticipazioni di trama) un po’ odia e un po’ è infatuata di Jorg, cerca anche di ucciderlo, come tutti del resto e lui, non la uccide (primo caso in cui non uccide qualcuno) ma le spacca solo un vaso in testa.

Gorgoth: un mostro ( allerta, anticipazioni) originato dall’esposizione di umani a radiazioni ed agenti patogeni, il suo scopo principale è essere grosso, far a pezzi cose e prendersi frecce.

Corion: Un altro stregone, probabilmente più forte di Sageous, è al soldo del Conte Renar anche se più probabilmente lo controlla.

Re Olidan: lui è il re, ha gli occhi azzurri ed è il re, è cattivo e (anticipazioni di trama) pugnala suo figlio cercando di ucciderlo, un po’ come tutti.

Principe Honorius Jorg Ancrath: lui è il nostro protagonista, ed è pazzo, sadico, uno stupratore, un piromane, un folle e conoscitore di Erodoto e Platone, acculturato, con i ricci e gli occhi verdi. Sua caratteristica principale è il farsi odiare da tutti ed il portare tutti a cercare di ucciderlo, questo lo porta ad uccidere tutti quelli che lo circondano. Ma proprio tutti, e lo fa con una leggerezza disarmante ed il tutto a quattordici anni. Si, perché a quattordici anni è uno e ottanta, pieno di muscoli e più cattivo che mai, non chiedetemi come sia possibile. State attenti, lui le ha fatte tutte, lobotomizzato preti, fatto esplodere bombe atomiche, stuprato minorenni e vecchie, tortura persone ed è piuttosto bravo nel farlo, ci ha provato con un cadavere con l’intenzione di scoparselo, ha bruciato villaggi, sbudellato amici, nemici, parenti, cugini, zii, tentato di scoparsi la zia, ha ucciso gente già morta e ne ha mangiato il cuore, è pratico nello strappare il cuore alle persone(parole sue), ha sterminato regni, insomma, lui è fottutamente cattivo così cattivo che se provate ad odiarlo vi ucciderà e lui lo farà perché gli piace.

E' lui!!! il Principe dei Fulmini (spine)!!! fuggiamo o ci ucciderà tutti!!!
Perché?
Perché è kkkkkkkkkkkkkattivooooooooooooooo!!!

Piccola postilla, avrete notato che si, sono tutti caratterizzati da due caratteri a stento ed avrete notato ancora di più che c’è sono una signora, bene, sappiate che la nostra carissima c’è per pochissime pagine. Ricordo all’autore che il mondo non è fatto solamente di maschioni pelosi, ma anche di dame e tizie di vario tipo, si possono inserire in un libro fantasy, non è peccato e non fa male alla narrazione, anzi.

Punto 5 La trama:

Non racconterò molto in questa sezione, perché? Bè, perché servirebbe solo ad anticipare la lettura e non ad evidenziare particolari buchi, si perché non ho trovato grossi buchi logici, qualche cosina me la sono domandata, è vero, ma nulla di trascendentale. Quindi se volete sapere qualcosa di più sulla suddetta trama cercatela da un'altra parte, o sulla quarta copertina, il mio consiglio è di leggerlo, qualche ora piacevole ve la farà passare, magari non spasimerete per il seguito, ma non credo vi farà schifo. Di certo gli sbudellamenti sono tanti e l’amore è una barzelletta.

Machete!!! lui si che se ne intendeva di Sbudellamenti!!!



Detto questo qualche parola dovrò pur spenderla e quindi vi dico, si, la narrazione è ben condotta, si, non è la trama più originale del mondo ma non è del tutto scontata e si, ci sono degli elementi abbastanza innovativi e difficili da trovare assieme che in questo libro si ritrovano. Non male.

Punto 6 opinioni personali:

Il volume è scorrevole, nel primo centinaio di pagine magari non cattura alla follia ma si fa leggere, dopo il ritmo diventa più incalzante e si inseriscono i primi elementi di novità che tolgono banalità alla storia e fanno venire voglia di leggerla. Ecco, potrà sembrare strano detto da un puritano come il sottoscritto, ma ho agognato un po’ di novità.

Suppongo che (e per questo piango) gli elfi abbiano fatto il loro tempo (soprattutto quelle porcate da D&D) che i guerrieri copia di Aragorn siano solo delle pallide copie che fanno pisciare il cazzo e che non basta dare ad un tizio tutti i poteri che ti saltano in mente per farne un eroe completo (Eragon). Col tempo ci si stufa. Occorre qualcosa di nuovo. E no, non sto dicendo che basta togliere la magia per dare qualcosa di nuovo, si ottiene solo un romanzo storico ambientato in un mondo come il nostro ma che non è il nostro. Occorre uscire dai soliti stereotipi. Almeno tentare. Bene, qui abbiamo (parere mio come non mai) un bel esempio della nuova tendenza, e cioè quella della “Narrazione cruda” dove si parla di avvenimenti di pessimo gusto (omicidi, stupri, villaggi bruciati, onore a fare in culo ecc) che al momento va per la maggiore. Questa non è innovazione, è copia di Martin. Anche perché nel “Principe dei fulmini” si calca così tanto la mano sulla brutalità presente ad ogni angolo che dopo qualche pagini ci si abitua e non sembra tutta sta crudeltà, anzi, pare quasi una versione umoristica, per esempio (allerta, anticipazioni) quando re Olidan (allerta anticipazioni) pugnala Jorg non ho pensato che fosse un atto scabroso, praticamente tutti si pugnalano, accoltellano uccidono, cazzo, lo fanno così spesso che diventa irreale. Non ammazzi uno che ha combattuto al tuo fianco per anni, non lo fai, non lo puoi fare, anche se sei il mostro peggiore che c’è sulla terra, non lo farai mai, soprattutto non perché ti gira! Ma oltre a questo c’è anche del nuovo, l’idea del post atomico non è nuova, lo so bene, ma è carino ritrovarsela, e poi i negromanti non sono fatti male, quello strano mix di cultura classica aiuta, insomma, questo è bastato a farmi dire “guarda un po’ qui cosa c’è!” sa di nuovo, di non visto (non troppo almeno) e rende la lettura più piacevole (nonostante odi la narrazione in prima persona nei Fantasy).



Tu! tu fottuto Elfo D&D!!! Tu hai rovinato il buon nome
della più rinomata razza Fantasy!!!

Ed ora, finiamola con le stronzate ed iniziamo il rigurgitante elenco!

                Sottopunto 1 del punto 6 il positivo:

1 lettura spedita: si legge in fretta, con rapidità;

2 bella trama: la trama non è male, non è troppo scontata;

3 buona direzione di narrazione: la narrazione è ben diretta, l’intreccio tra passato e futuro è condotto con dovizia e mai noioso o scontato;

4 cattiveria: c’è la cattiveria, questo non è un mondo di buoni;

5 oscuro: non c’è un oscuro sire da combattere;

6 eroe: l’eroe … bè, l’eroe è più adatto a fare l’oscuro signore che l’eroe, seriamente, anche le mire sono simili;

7 innovazione: ci sono elementi di novità, alcuni già visti, ma il tutto ben amalgamato;

8 armi: ci sono armi tamarre ma nel modo giusto, non troppo, e questo non è male;

                Sottopunto 2 del punto 6 il negativo:

1 cattiveria: ok, la cattiveria ci va, ma qui stiamo andando nell’irreale;

2 narrazione: la narrazione in prima persona la odio, ma a qualcuno piace quindi potrebbe anche essere un punto a favore.

3 punto di vista: per forza di cose il punto di vista è sempre quello del protagonista, e ciò e palloso (opinione mia intendiamoci)

4 personaggi monodimensionali: i personaggi sono monodimensionali, tranne il protagonista ed un altro paio sembrano delle semplici comparse di cartapesta.

5 sparategli!!!: leggere di uno che urla “Sparategli!!!” rivolgendosi a degli armigeri con balestra in mano è brutto, ci può stare per la particolare situazione storica del libro, ma è brutto.

Comandante: Spara!!!!
Balestriere: Hei, io sono un balestriere ... non sparo mica ...
Comandante: Cazzo me ne frega? lancia quella freccia ed andiamo avanti col libro!


Punto 7 opinioni personali:

Devo ammettere che quando presi questo libro in mano per la prima vola supposi fosse un enorme cazzata. Ma ora devo ricredermi, si fa leggere, non ci sono buchi nella trama, sono presenti elementi di innovazione ed anche se la cattiveria ed il cinismo portano a rendere quasi ridicole certe frasi, bè, non è male, consigliato se via piacciono le storie di budella e cinismo.