lunedì 9 gennaio 2012

Recensione (solo per facilitare la ricerca) di "Il sogno di Talitha", primo volume del ciclo "I regni di Nashira" di Licia Troisi


Questo è il mio primo post dotato di una vera utilità, e come tale ho deciso di gettarmi su qualcosa che non fosse causa particolare di polemiche per cui …

Tutte stronzate, ma dovevo provarci, poi, il mio amore per l’orrido è uscito fuori e mi ha costretto all’innominabile, cioè, recensire. Recensire “il sogno di Talitha”. Mi auto costringo a ripeterlo, in verità questa non è una vera recensione, ma un accozzaglia senza senso di opinioni personali rozzamente arrangiate, utile per farsi un idea del libro. Basta. Tenterò di procedere per punti, in modo da dare un ordine al lerciume che segue. Piccola nota personale, non mi tratterrò dal rivelare pezzi della trama o il finale, regolatevi di conseguenza.
 

Autrice: Licia Troisi
Titolo: I regni di Nashira, il sogno di Talitha
Prezzo: € 19.00
Editore: Mondadori


Punto 1 l’ambientazione:

Il mondo non si chiama Mondo Emerso questa volta, ma Talaria, una terra vagamente circolare sospesa in mezzo al nulla. No, non ho sbagliato a scrivere, è sospesa in mezzo al nulla, circondata da una linea di demarcazione scura e poi c’è il foglio bianco (ad onore del vero è menzionata una certa foresta, il “Bosco del Divieto”, oltre il quale si estende il “Luogo innominato” il tutto a ciambella attorno alle quattro terre di Talaria). Non capisco il perché di questo, lo ammetto in tutta sincerità. La buona vecchia Talaria è suddivisa in quattro stati dai nomi di … non lo voglio scrivere, davvero non voglio. Provate ad indovinare, si, tirando alla cazzo, la parola “quattro” cosa vi fa venire in mente? Le quattro … stagioni! Bravi se ci siete arrivati, le terre hanno il nome delle quattro stagioni. Si, c’è la terra dell’estate, della primavera, dell’autunno e dell’inverno, tra l’altro in questo ordine. Ed io continuo a non capire il perché. Nelle terre come è facile immaginare, il clima è perennemente quello indicato dal nome. Nella terra dell’estate fa sempre caldo, in quella della primavera c’è un clima, udite udite, primaverile, in quella dell’autunno, cazzo, non ne ho più voglia, tanto si capisce.
Ad onorare la Troisi è il fatto che non c’è alcun mare ad est e che non si legge da nessuna parte di terre selvagge.
Sono esausto dopo questo pezzo, seriamente, ma andrò avanti, voglio dare il mio contributo nel grande mondo delle ovvietà.
Dopo la panoramica fisica e climatica abbiamo quella sociale ed edile. Si, manca l’aria, questo è un mondo come Marte, c’è atmosfera ma non c’è aria respirabile. E qui inizia la curiosità, l’aria c’è ma viene prodotta da grossi alberi, tipo l’albero casa di Avatar, chiamati Talareth, e poi, puff, sparisce. Quindi per tenere l’aria vicina al suolo si utilizza una pietra chiamata “pietra dell’aria”, non l’avrei mai detto, che viene caricata come una pila dalle sacerdotesse.
l’albero casa di Avatar

Come abbia potuto naturalmente svilupparsi la vita in un mondo simile è una gran domanda, ma soprattutto come abbia potuto svilupparsi un intero ecosistema che si basa sugli alberi giganti e l’aria trattenuta dalle pietre (elemento antropico, non naturale), questa è un’immane domanda. Perché, lo so che è fantasy, ma, cazzo, biologicamente non ha senso. È come se negli ultimi cento anni si fosse originata una specie di cavallo che respira solo smog e che se esce dalle vie di una qualsiasi città muore per asfissia, ma, al contempo dovremmo anche noi essere dei respiratori di smog e morire per asfissia se usciamo dalle città. Sembra solo a me senza senso visto che le auto le abbiamo inventate noi umani? Il mondo di Nashira sembra un mondo ostile in cui si è insediata una popolazione proveniente da un altro pianeta completamente diverso e portandosi dietro il proprio ecosistema. Così avrebbe senso, ma non se ne accenna. Va considerato però che è solo il primo libro di una saga per cui le critiche in questo senso potrebbero non essere valide (come sono imparziale).

Ma torniamo alla geografia, le città albero sono collegate da vie di … vari alberi più piccoli affiancati. Oltre si estende un paesaggio fatto di erba nera e piante dal particolare cromatico alieno.

Ora un infarinatura della società, è necessaria, ma sarò breve, almeno tenterò. Abbiamo una casta di razza superiore chiamata Talarita, con tratti somatici semplici, capelli di varie tonalità di rosso ed occhi di varie tonalità di verde, possiedono la magia, ma essa viene studiata soltanto dalle sacerdotesse, componenti il clero. Sotto di loro stanno gli schiavi, i Femtiti, con i capelli verdi, gli occhi dorati ed a mandorla. Naturalmente entrambe le razze sono equipaggiate con orecchie a punta super fike. Particolarità, i Femtiti non sentono il dolore, ma per schiavizzarli come si deve c’è sempre un metodo, la pietra dell’aria è una vera panacea per tutte le situazioni, anche per questa, per ora i suoi poteri sono: Potenzia la magia, permette la magia, trattiene l’aria, fa morire di paura i Femtiti al contatto.

Punto 2 la trama e le differenze tra trama e quarta copertina:

La quarta copertina:
"Nashira è un mondo misterioso in cui l'elemento più prezioso è l'aria: è sempre più scarsa, e solo i giganteschi alberi che ricoprono Talaria, il suo regno più esteso, sono in grado di produrla. Ma l'aria tende a disperdersi in fretta ed è trattenuta sulla superficie da speciali pietre dotate di poteri arcani, che possono essere attivate solo da una casta di sacerdoti, i Risonanti. I Risonanti hanno un unico destino: votarsi al culto di una delle quattro divinità che vegliano su Talaria. La nazione è infatti divisa in quattro regni, ciascuno dominato da una delle quattro stagioni: il Regno dell'Estate, della Primavera, dell' Autunno e dell'Inverno. Talitha, giovane figlia di una nobile famiglia della Terra dell'Estate, è destinata a diventare una Risonante e dovrà ritirarsi in monastero separandosi per sempre dalla sua città e dalla sua famiglia. Ma Talitha è una ribelle e quella vita, con i suoi intrighi e le sue proibizioni, le va stretta. Quando il suo servitore Saiph, segretamente innamorato di lei, viene ingiustamente accusato di un crimine, scappa insieme a lui alla ricerca di una nuova vita altrove, in una mitica città che le leggende collocano al centro dell'enorme deserto che circonda Talaria. Ma Talaria è solo un tassello di Nashira, e il suo passato nasconde un terribile segreto. Ben presto Talitha e Saiph scopriranno che il mondo è un posto assai più vasto e pericoloso del palazzo in cui hanno vissuto la loro infanzia, e che il futuro di Nashira è anche nelle loro mani..."

Questa è la quarta copertina, che dire, Brava Licia!!!!!! Sei troppixxxxxxxximo fantastica! Viva Edward!

No. Non dirò questo. Vi sarebbe piaciuto? Per malsano senso del divertimento avevo in mente di farlo, ma poi mi sono detto “Ismaele, vecchio Ismaele, perché devi autocondannarti a pene infernali?” ed avendo ragione, ho deciso di lasciar perdere e di dedicarmi a qualcosa di più serio.




Qualcosa di più serio

Di qui in poi potrebbero esserci anticipazioni di trama, per cui, regolatevi.
La realtà dei fatti è un po’ differente, a me il super riassunto:
Talitha è una figlia dell’altissima nobiltà di Talaria, e si allena per entrare nella Guardia, tale Guardia è qualcosa a metà tra la polizia di stato e l’esercito, fa più o meno tutto quello che riguarda la violenza e l’ordine pubblico. Successivamente riceve in visita la sorella amatissima che fa la sacerdotessa, pare non stare proprio benissimo, ma nulla di grave, infatti di li a poco muore miseramente. Ora, il problema del padre di Talitha non è l’aver perso una figlia, ma un appoggio politico al monastero (le aveva comprato il prossimo posto di somma sacerdotessa per farsi eleggere Re), ma non è un problema, ha la seconda figlia con cui rimpiazzarla! Per cui spedisce Talitha a fare vita monacale incurante dei suoi desideri, lei si rifiuta, lui la gonfia di botte e lei cambia idea, parte assieme al suo schiavo personale, Saiph, e va in monastero.
Ci resta poco, giusto il tempo necessario per imparare un po’ di magia e scoprire che la sorella prima di morire le aveva lasciato degli indizi che conducono ad un individuo non ben precisato (detto l’eretico), ma diverso, alto e con i capelli bianchi che centra con la fine del mondo (in teoria il mondo sta per essere bruciato da un sole minore che si sta succhiando il maggiore, questa cosa è ciclica e secoli prima è già avvenuta ed ha lasciato un unico sopravvissuto che è diventato immortale, costui naturalmente è l’eretico). Per cui trova il migliore modo per fuggire insieme a Saiph, il più silenzioso, in modo da passare inosservata. Da fuoco al monastero. Ciò le attira le ire delle sacerdotesse, che le sguinzagliano dietro le temutissime Combattenti, super sacerdotesse ninja che combattono sempre a mani nude ed infatti muoiono, e del padre super cattivissimo che le scatena un esercito contro ed organizza una caccia all’uomo con taglia sulle teste e draghi da battaglia. Qui siamo attorno a pagina duecentodieci. Ora inizia la fuga, che consiste in:

prima tappa: Tolica, piccolo borgo disabitato, rubacchiano un po’ di cibo e proseguono;

seconda tappa: Fattoria Jalanda, piccola fattoria con un vecchietto dentro al quale rubano abiti e cibo;
si entra ne regno della primavera con uno stratagemma, no, non specificherò quale, no, non non voglio!!! (crisi isterica di pianto) ok, lo farò, si attaccano sotto un carro, nessuno li scopre, passano il confine e si lasciano cadere. Si, lo so. Lo so, lo so. È indubbiamente innovativo.

terza tappa: villaggio, non ben determinato, luogo completamente vuoto in cui rubacchiano altro cibo lasciato li tanto per;

quarta tappa: si buttano in un fiume perché inseguiti da una combattente (ma come minchia riescono a respirare durante il tragitto?) e finiscono nei pressi di Alepha, la città dove dovrebbe essere stato rinchiuso l’eretico;

quinta tappa: Talitha se ne va da sola ad Alepha in quanto il compare Saiph sta male, compra un po’ di erbe officinali, entra in cinque minuti nel mercato super clandestino e segretissimo delle pietre d’aria, ne compra una, e torna da Saiph. Ma qualcuno la vede e così cadono nelle mani di un cacciatore di taglie che, non chiedetemi perché, oltre a catturarli e riempirli più o meno di botte, poche per la verità, racconta loro che l’Eretico (diventato un personaggio famoso a quanto pare) è stato trasferito nella fortezza di Danyria, nel regno dell’inverno;

sesta tappa: tempo di arrivare in una locanda ed i cacciatori di taglie vengono aggrediti da altri cacciatori di taglie, nel casino Talitha e l’inseparabile Saiph riescono a fuggire;
settima tappa: il nostro duo raggiunge Danyria, li trovano la fortezza conquistata dai prigionieri, evasi grazie all’aiuto dell’eretico che a mani nude ha fatto secche la maggior parte delle guardie, poi è fuggito, dove, bel mistero, pare sia andato a nord, Saiph illuminato dall’alto, afferma che deve essere sicuramente andato nelle miniere di ghiaccio, perché? Sarà stupendo stare in una miniera buia e gelida senza nulla da mangiare. Ma gioiamo, abbiamo la nuova direzione in cui muoverci! Nord, le miniere di ghiaccio!




Gioiamo... 

ottava tappa: tempo di rimettersi sulla via e i due vengono catturati da un gruppo di schiavisti che guarda caso hanno proprio bisogno di due schiavi da portare nelle miniere di ghiaccio, i casi della vita. Naturalmente nessuno si rende conto della loro vera identità (si sono mascherati con impiastri di erbe varie) e così si va tutti allegramente alle cave di ghiaccio. Ma non c’è problema, perché li abitano i nonni di Saiph, (schiavi ma in una casetta indipendente rossa, non ha senso, lo so, ma perché vi fate domande?) e così con un po’ di fortuna va tutto bene sino a quando uno schiavo tossico, dipendente da un erba allucinogena tirata fuori sul momento e spacciata dal nonno si Saiph, li denuncia in piena crisi di astinenza.

Un tossico Femtita?

Nel giro di una decina di minuti arriva il padre di Talitha a dorso di drago (chiaramente nero) con un discreto numero di soldati, dà fuoco a tutto e si scatena una rivolta tra gli schiavi, così, tanto per;

nona tappa: il duo vincente fugge verso le cave, Saiph è rimasto ferito gravemente, ma Talitha lo salva facendo ricorso ad una magia che avrebbe dovuto ucciderla, ma, botta di culo, non la uccide, poi, sempre così, tanto per, incontrano l’Eretico. Fine del libro.

Ora, capisco ed è sacrosanto che non si racconti tutto in quarta copertina, ma almeno non sparate a caso? Davvero, la città la nominano si e no cinque volte, la parte fondamentale è la “caccia all’eretico”. Inoltre, non c’è un amore tra i due, o meglio, è palese che prima o poi tra i due scoppierà la fatale scintilla, ma non è ancora successo, e “profumo di donna” non credo significhi automaticamente amore segreto.

Punto 3 draghi e misure:

L’ho messo in un punto a parte perché, cazzo non i draghi! Qui ci vuole un po’ di introduzione, in principio ci furono i draghi senzienti, esseri malvagi con le palle quadre che facevano la guardia tesori o ordivano piani malvagi, creature dalla mente superiore, piccoli oscuri signori in miniatura. Poi hanno cominciato a diventare animali da cavalcata, qualcuno è regredito al livello di gattone, qualcun altro si è reinventato telepate. Ma qui abbiamo i Draghi di terra, lucertoloni dalle ali atrofizzate che tirano carretti! Cazzo, no, non mi puoi mettere un drago a tirare un carretto! Poi qualcun altro vola, altri sono anfibi, tutti draghi aggiogati e stupidi, non dico che sia un errore, alla fine l’autore fa quello che crede con le creature fantastiche, però a me piange il cuore nel vedermi un drago tirare un carretto. Tra l’altro questi draghi non si capisce di che dimensioni siano, a pagina trentuno si parla di un drago alato lungo quattro braccia. Ora il Talareth della città natale di Talitha è alto mille braccia ed è con un diametro di seicento, sotto la chioma è edificata tutta la città. Allora, a rigor di logica un braccio dovrebbe essere cinquanta centimetri, quindi abbiamo un albero alto mezzo chilometro e con trecento metri di diametro di tronco, una bella piantona, ma avremo un drago lungo due metri e lo vedo difficile da cavalcare … poniamo che il braccio sia un metro, avremo un drago (alato) lungo quattro (ancora piccolo, visto che ad occhio un terzo è di coda ed un altro terzo è di collo), l’albero crescerebbe sino ad essere alto un chilometro e spesso seicento metri, praticamente una collina, si dovrebbe raddoppiare ancora per raggiungere una dimensione adatta al drago (otto metri di lunghezza) ma si andrebbe nell’inverosimile con la pianta, qualcosa come due chilometri di altezza e milleduecento metri di spessore … proviamo a trovare un termine di paragone, la stanza in cui Talitha alloggia al monastero “sentendosi già soffocare”, suppongo significhi che è piccola, misura quattro braccia per tre, dentro ci sono un piccolo letto un inginocchiatoio un piccolo tavolo ed una sedia. Ora con l’idea del braccio di cinquanta centimetri avremo una camera due metri per uno e mezzo, piccola, non credo ci stiano uno scrittoio ed un letto, allora sarà necessario ingrandire il braccio, con la misura di un metro andiamo meglio, abbiamo quattro metri per tre, ci sta sia lo scrittoio che il letto e non ti ci senti soffocare, ok, è piuttosto piccola e mettiamo che Talitha sia una nobilotta viziata così si sente soffocare e siamo tutti contenti. Ma il drago sarebbe lungo quattro metri, cioè, più piccolo di un coccodrillo. Se si raddoppiasse ancora otterremmo una camera di otto metri per sei che francamente trovo fuori luogo, per cui il nostro drago resta più piccolo di un coccodrillo. Da tutto ciò mi sorge una domanda, ma quanto è lungo questo braccio? Apparentemente unica unità di misura di Talaria?
Ok, ok, me ne vado a fare in culo, è un fantasy, però sto drago di quattro braccia non me lo digerisco, mi ha dato più fastidio dell’idea che chi abita in un mondo non è adatto a viverci.

Punto 4 i personaggi:

Abbiamo una serie di personaggi piuttosto ampia in “indice di nomi” ma ad essere fisicamente importanti per la storia alla fine sono quattro: Saiph, Talitha, Megassa (padre di Talitha) e l’eretico.

L’Eretico: memore del super dark Eretico in nero di Altieri ero partito con una buona opinione del personaggio, poi tale opinione è affogata nel nulla, infatti a parte che è alto, magro, con capelli bianchi, occhi azzurri e super forte non si sa nulla di lui. Dimenticavo non appartiene a nessuna razza.

Megassa: lui è il padre di Talitha, ed è cattivo, super cattivo, cattivissimo, picchia i servi, picchia Talitha, picchia tutti, chi non può picchiare lo convince a parole, verso la fine si scopre cavaliere di un drago nero. Guarda impassibile gli schiavi morire, non batte ciglio alla morte della figlia, vuole picchiare Talitha (l’ho già detto?) insomma, lui è cattivo, vuole il potere ed è cattivo. Sappiate che è cattivo, non dimenticatevelo mai. Megassa vi osserva e vuole picchiarvi, sappiatelo!

Saiph : è il servo-schiavo di Talitha (detta così fa molto sadomaso) in pratica è lo zerbino che le salva il culo, sacrificandosi ogni due per tre e che si becca gli sfoghi della nostra ragazzina in crisi premestruale. Più o meno fa questo in tutto il libro. La segue al monastero dove lo trattano di merda, si fa condannare a morte e torturare in monastero, si becca una taglia sulla testa ed una condanna ad una morte orrenda perché la segue nella fuga dal monastero successiva alla sua incarcerazione, si fa picchiare quando a Talitha sfugge di mano la sua spada super mega extra, si scarnifica una mano sino all’osso per salvarla, si becca anche una spada nella pancia alla fine, e tutto col sorriso sulle labbra. Un idiota, eppure è quello che mi sta più simpatico tra tutti, fate voi. È una specie di novello Sennar senza magia, un tappetino utilizzabile come scudo.

Talitha: ultima e, a mio parere,peggiore dei quattro è lei, lei, la protagonista, io l’ho ufficialmente eletta mia protagonista più invisa, mi rompe le palle e mi da fastidio esistendo, anche se esiste solo sulla carta. Secondo me è la quinta essenza dello stereotipo di Nihal, una specie rara di super Nihal spogliata di tutti i lati positivi (non me ne viene in mente nessuno al momento, ma ai tempi della mia lettura delle cronache avevo avuto momenti di simpatia per lei) e rivestita con tutto il negativo estremizzato. È noiosa, viziata, ha idee stupide ed è brutalmente incapace, se la cava perché c’è sempre qualcuno che si sacrifica per lei, nella maggioranza dei casi Saiph. Comprendo che essendo una contessina sia anche viziata, ma è fastidiosa ugualmente, e che tutto questo non sia professionale non mi tocca, infatti questa è una serie di opinioni mie e personali su un libro.

Punto 5 opinioni personali:

Non mi vergogno nell’ammettere (forse dovrei, ma il mio senso della decenza inesistente non mi permette di farlo) di aver apprezzato il primo ciclo della signora Troisi, si, questa affermazione mi segnerà a vita, si, sono consapevole che il secondo libro di quel ciclo non ha utilità ai fini della trama e si, sono consapevole delle catapulte che prendevano al volo i draghi (lo sanno tutti che nel mondo emerso i serventi sono dei cecchini! E poi non stiamo tanto a meravigliarci, Paolini, nel suo quarto libro fa colpire un super cattivo di dimensioni umane da una decina di massi di catapulta in rapida successione) ma all’epoca avevo sorvolato sul tutto, si che avevo una dozzina d’anni o giù di li (forse tredici) e si che ero di bocca più buona, ma la sensazione che mi ha lasciato dietro dopo la fine di quei tre libri, comodamente accorpabili in uno solo, è stata quella che un po’ di cuore l’autrice dovesse avercelo messo. Qui no.
Ho avuto alcuni punti in cui ho sospeso la lettura, (ricordo che sono quattrocento pagine stampate cubitali, non proprio quell’ostacolo insormontabile) il primo quando Saiph e Talitha vengono catturati dai cacciatori di taglie ed il secondo quando vengono catturati dagli schiavisti. Ora, probabilmente mi sbaglio, ma ho avuto la sensazione che quei due passaggi fossero messi li così, con l’unico scopo di fornire informazioni ai protagonisti (la prima volta) e traghettarli nel posto desiderato (la seconda) oltre a permettere un discreto allungo del brodo.
Per il resto il volume è scorrevole, vero che sino a pagina duecento succede relativamente poco, vero che la storia sa di tanto quanto una verza colta da un campo (sempre a mia personale opinione) e vero che ha molto di trito e ritrito, in definitiva lo considero inferiore agli altri, piuttosto incolore, ma ha dei momenti abbastanza tamarri, per esempio la spada.
Ma ora smettiamola di elencare stronzate e dividiamo in due sottopunti!

              Sottopunto 1 del punto5 il positivo:

Mi manca la costanza necessaria per un discorso articolato così farò un bell’elenco conciso:
1 scrittura scorrevole;

2 spada ultra tamarra: la spada è così tamarra e super magica da essere apprezzabile;

3 bella copertina: bella copertina, anche se ad ogni pubblicazione diventa più pacchiana;

4 Si è documentata: la nostra Signora Troisi si è documentata, Mira è una stella variabile collegata ad una nana bianca nota come Mira B o VZ Ceti! Anch’essa una stella variabile! E sono anche collegate da un ponte gassoso! le stelle di cui parla esistono dunque e sono una fantastica accoppiata! Ma in fin dei conti, non è il suo lavoro sapere di stelle? Grazie al cazzo che si è documentata!

           Sottopunto 2 del punto5 il negativo:

Anche qui tiro fuori il sempreverde elenco:
1 personaggi idioti: (Talitha è idiota più degli altri);

2 personaggi auto copiati: capisco che un autore faccia fatica a reinventarsi creando protagonisti completamente originali, e capisco che ogni autore abbia il proprio tipo di personaggio principale che gli faccia da marchio, ma qua sono quattro cicli che si vedono sempre gli stessi due!;

3 cattivi, cattivi tanto per: Megassa è cattivissimo e vuole salire al trono alla morte del regnante in carica, ma vorrei ricordare che aveva solo due figlie, una monaca che è morta, e l’altra che costringe al monachesimo, e gli eredi chi glieli da? Ma essendo cattivo probabilmente non gli importa di avere degli eredi, troverà di certo un modo per diventare immortale! Le monache odiano Talitha, la odiano, perché? Bo, la odiano e basta;

4 situazioni incollate: l’ho già detto ma il punto della cattura da parte dei cacciatori di taglie e quello della cattura da parte degli schiavisti sembrano veramente aggiunti dopo, piccolo particolare, lo scontro tra la Combattente ed il duo sado-masochista sopra il ponte sospeso esiste solo per esigenza di trama;

5 vivere in un mondo e non essere adatti a popolarlo, a me da fastidio;

6 gruppi di potere idioti: il mondo sta per essere distrutto in quanto il sole minore si sta assorbendo il sole maggiore e questo provocherà un’ondata di caldo bruciante che distruggerà tutto, le sacerdotesse lo sanno ma bollano tutto come eresia. Ma almeno cercare di salvarsi loro? No? Troppo difficile, meglio ignorare tutto;

7 poche idee: non dico che la signora Troisi abbia poche idee, dico solo che mi sembra che in questo libro ci sia un tentativo di produrre qualcosa di nuovo ma con poca voglia, ciò ha provocato un idea generale di già visto, di indifferenza, realmente, leggere questo libro è come andare al ristorante cinese e leggere la descrizione del Tofu: “sapore neutro”;

8 mi fa storcere il naso (non so perché, eppure me lo fa storcere);

9 cattiverie tanto per: Talitha, nella breve permanenza in monastero, subisce una serie di punizioni abnorme. Non dico che non se le meriti, anzi, dico solo che è tutto forzato in modo da mettere in cattiva luce il clero e darle ragione nel bruciare il monastero, il perché la odino è un grosso mistero, ma neppure così enorme, anche io provo rancore nei suoi confronti, suppongo sia naturale farlo;

10 Incongruenze: il libro è pieno di incongruenze, per esempio, gli schiavi che non sentono dolore sentono la fatica, a me suona strano, le misure sono gettate alla cazzo di cane, sacerdotesse eretiche che non diffondono le eresie, deve essere proprio difficile mantenere un segreto con gente così! I Femtiti dopo generazioni di schiavismo decidono di rivoltarsi solo adesso, e perché? Sono tanti, più dei Talariti, forti, non sentono il dolore e “non hanno dimenticato le arti della guerra”. Ok, è palese, sono la razza più stupida di sempre, di cos hanno paura? Della pietra dell’aria? Me se c’è un Talarita ogni dieci Femtiti! Anche fisicamente non è possibile che li respingano! A dimostrarlo, ogni volta che si ribellano, vincono. Eppure hanno subito generazioni di schiavismo e maltrattamenti così, tanto per.

Punto 6 consigli finali:

In definitiva, non mi auto consiglierei di comprarlo, ma deve essere sicuramente godibile per qualcuno, di certo non lo rileggerò. Leggerlo o no? Fate voi, ho solo dato una mia opinione, non pretendo di fare di più.

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